sabato 29 maggio 2010

intervista a raul schenardi

intervista di carmelo p. marzo 2010


'conversazione su Bolaño


Piacentino, Raul Schenardi è uno dei più apprezzati traduttori dallo spagnolo di libri latinoamericani di narrativa e saggi, per le più importanti case editrici italiane. Tra gli altri ha tradotto il signor presidente dello scrittore guatemalteco Miguel Angel Asturias, considerato un precursore del realismo magico, e annoverato tra i grandi della letteratura del secolo scorso. Collabora come critico, con riviste e case editrici. E' stato tra i primi in Italia, a recensire l'opera di Roberto Bolaño intuendone la grandezza, dalle pagine di Pulp, dove sono state pubblicate le sue recensioni (le prime risalgono al 2000) e la magnifica intervista concessa da Bolaño nel maggio 2003. Il carattere schivo di Raul viene fuori non appena sente nominare la parola "critico"
Sai, "critico" è una parola grossa... io mi considero (e non è falsa modestia) un "buon" lettore, oltre che accanito e compulsivo, mi fido dei miei gusti e non mi tiro indietro se si tratta di esprimere giudizi. Recensioni, profili e interviste che ho pubblicato su Pulp, e in passato su riviste di s-f (mi sono occupato anche di letteratura di fantascienza in lingua spagnola), nascevano solo dal desiderio di manifestare le mie predilezioni.
Dopo molte insistenze ha tracciato un breve profilo delle sue esperienze in campo letterario:
Lettore impenitente fin da bambino, a sedici anni sono stato folgorato dai romanzi del cosiddetto boom latinoamericano, e anni dopo, appena ho cominciato a masticare un po' di spagnolo mi sono lanciato nell'impresa di leggerli nell'originale, a volte con la traduzione italiana a fronte. Le due passioni, per la letteratura latinoamericana e per la traduzione, non mi sono ancora passate e così negli ultimi anni mi è capitato di tradurre e curare opere come Il Signor Presidente del premio Nobel Miguel Angel Asturias, o i romanzi di importanti scrittori contemporanei come il messicano Enrique Serna e l'argentino César Aira. nota
Neanche la passione per la lettura si è spenta, perciò leggo parecchi autori latinoamericani che non sono ancora stati pubblicati in Italia e quando mi piacciono e mi sembra di intravedere qualche possibilità li propongo a qualche editore. Così ho tradotto fra gli altri un testo della scrittrice guatemalteca Eugenia Gallardo , racconti dell'argentino Carlos Gardini link interno, un libro-inchiesta del messicano Victor Ronquillo su L'inferno di Ciudad Juarez link esterno , un saggio del messicano Nayef Yehyah sulla figura del cyborg [ Homo cyborg ], un romanzo di un argentino avanguardista dei primi del Novecento, il Visconte di Lascano Tegui , e di recente "Ciao papà" , il noir di uno scrittore argentino, Juan Damonte, di cui Massimo Carlotto ha scritto che è "un cult assoluto".
Per il resto, in questi anni ho collaborato sporadicamente con qualche rivista e con maggiore frequenza con Pulp-libri, pubblicando perlopiù profili d'autore, recensioni e interviste. Inutile dire che fra queste mi è rimasta nel cuore quella con Roberto Bolaño.
Raul Schenardi nonostante gli impegni, ha risposto volentieri ad alcune domande sulla figura e l'opera di Roberto Bolaño
Non credi che la leggenda di poeta maledetto, on the road, una specie di ibrido tra Jim Morrison e Che Guevara sia un po' fasulla ed artefatta (ad uso e consumo del pubblico USA)?. I suoi amici scrittori, dicono che era un tipo tranquillo che conduceva una vita discreta. Che impressione ti ha fatto come persona ?
L'impressione di un uomo che aveva saputo distillare una grande umanità dalle sue esperienze di vita (che comprendono le sue vastissime letture, ovviamente). Di Che Guevara di sicuro non aveva una grande opinione, così come dei sostenitori a oltranza del "socialismo in un'isola sola", e siamo inorriditi insieme quando gli ho chiesto di raccontarmi del suo incontro con alcuni degli assassini di Roque Dalton. ( Come forse non tutti sanno,  il poeta   Roque Dalton  fu   ucciso   nel   sonno   da alcuni   suoi   compagni   di   guerriglia,   una delle tante barbarie di certe forme di militanza nota  ). Temo che l'attuale successo negli States non apporterà granché sul piano critico, ma spero di sbagliarmi. In compenso, probabilmente riusciranno a farci un business. Comunque, l'impressione che mi ha dato Bolaño è stata quella di una persona apertissima, molto modesta, molto colta e molto intelligente. Del resto, credo si capisca dalla lettura di uno qualsiasi dei suoi libri.
Alan Pauls ha detto che secondo lui ci sono due Bolaño: uno è quello che chiude in qualche modo il ciclo del grande romanzo latinoamericano (I detective selvaggi); e dopo c'e' l'altro Bolaño quello di "2666 che per me è qualcuno che apre qualcosa". Insomma, molti concordano nel fatto che con Bolaño muore la letteratura latinoamericana così come era stata intesa o malintesa (penso agli scrittori del post-boom) e si crea un nuovo paradigma
Per come è stata malintesa la letteratura latinoamericana, questa sarebbe solo una buona notizia. Probabilmente gli effetti della cosiddetta globalizzazione sulla cultura in generale e sulla letteratura in particolare comportano anche l'affievolimento delle identità del secolo scorso. E quella latinoamericana era già problematica... Vedremo cosa ne sortirà.
Qual e' la particolarita' secondo te di Bolaño che lo rende cosi' innovativo ?
Tra i meriti principali che mi sento di ascrivergli (al di là di questioni di gusto o di particolare sintonia molto personali e soggettive, che ne fanno comunque uno dei miei scrittori preferiti) c'è l'eccellente padronanza della struttura dei romanzi, che siano monologhi come Notturno cileno, composizioni per trio da camera come La pista di ghiaccio link interno o romanzi polifonici come I detective selvaggi . C'è poi la grande capacità di dire solo l'essenziale, senza fronzoli, il che, senza che lui sia uno "stilista", dà alla sua narrativa un ritmo sempre esatto. Forse è stato meno "innovativo" di altri suoi contemporanei, ma sicuramente è quello che ha saputo affrontare i temi più "forti"e scottanti senza paura di bruciarsi le ali. Senza ricorrere al luogo comune del "poeta maledetto", che aborro, di sicuro Bolaño è lo scrittore della sua generazione che ha saputo meglio coniugare il rapporto arte-vita, ricavandone un'opera letteraria destinata a durare.
Tu hai sottolineato giustamente che Bolaño meglio di chiunque altro ha saputo coniugare arte e vita. Quando uno si accosta all'universo di Bolaño riesce difficile immaginare lo scrittore senza l'uomo, cosi' come un libro senza tutti quelli che lo precedono e lo seguono. Sembra di essere di fronte a un universo compatto, un universo bolagnesco per l'appunto regolato da un sistema di interconnessioni di rimandi e di echi tra personaggi e temi che si ritrovano nelle sue opere.
C'è un universo di Bolaño, indubbiamente, e proprio per questo - credo - c'è un'Opera letteraria, e non una semplice serie di libri. Nello stesso tempo, proprio per le caratteristiche umane dello scrittore, i rimandi, le connessioni, gli stessi personaggi, non sono mai occasione di compiacimento narcisistico e configurano comunque un universo aperto in ogni direzione, dove non viene mai meno la curiosità per tutti gli aspetti della realtà. Ed è proprio sulla realtà più rivoltante del Messico odierno, il femminicidio che si consuma da oltre dieci anni ai confini con gli Stati Uniti, che si conclude l'Opera letteraria link interno di Bolaño, con tutta evidenza qualcosa di diverso da un semplice "bravo scrittore".
Qualcuno ha sostenuto che ha trasfuso nella prosa la sua vocazione poetica. Sei d'accordo?
Che la sua vocazione primaria e una delle sue passioni preferite fosse la poesia è un fatto. Poesia, naturalmente, sganciata da esigenze di rima, metrica, ecc. È noto che non gli stava simpatico Neruda e che il suo poeta cileno preferito era Nicanor Parra. Così come è abbastanza evidente che aveva un animo poetico, una sensibilità poetica, uno sguardo da sognatore. Però è stato fondamentalmente un narratore che ha saputo maneggiare alla perfezione tutte le tecniche narrative, i generi, e persino gli sconfinamenti di genere, come nel geniale La letteratura nazista in America.
Perche' in Italia si legge poco e si studia poco Bolaño secondo te ?
Questo per me resta un mistero... ma forse le cose cominciano a cambiare. nota
Grazie a Bolaño e' stata scoperta una nuova generazione di autori latinoamericani fin ora sconosciuti. Chi ti sentiresti di consigliare al pubblico dei lettori italiani ?
È vero che cominciano a essere pubblicati in Italia nuovi autori latinoamericani, anche se in modo un po' causale e disordinato presso vari editori, mentre iniziative specifiche non hanno forse il successo che meriterebbero (penso alla chiusura di una collana degli Editori Riuniti dove era stato pubblicato un romanzo di Mario Bellatin, scrittore molto interessante che non ha ancora trovato un editore italiano abbastanza coraggioso). Comunque, non posso fare a meno di citare anzitutto Enrique Serna, uno scrittore messicano di cui ho tradotto un romanzo per e/o, due per Voland, più due raccolte di racconti (l'ultima delle quali sarà presto in libreria). È un autore che usa forti tinte satiriche, sia sul Messico precoloniale (in Angeli dell'abisso), sia su quello odierno (La paura degli animali, Miss Messico) e che dispiega una vena grottesca nei racconti (L'orgasmografo, Amori di seconda mano), molto apprezzato in patria da critica e pubblico e che si sta facendo una certa fama anche in Francia. Poi a me sembrano molto interessanti César Aira, argentino, di cui Feltrinelli ha pubblicato due romanzi, il cileno Pedro Lemebel, pubblicato da Marcos y Marcos, Alan Pauls, pure lui pubblicato da Feltrinelli. Poi dovrei fare nomi di autori sconosciuti al pubblico italiano. Agli amanti del genere noir devo consigliare Ciao papà, di Juan Damonte, definito da Massimo Carlotto "un cult assoluto". (Anche quest'ultimo è uno spot pubblicitario, dato che il libro è stato curato da me... va be')
A cosa stai lavorando attualmente ?
Ho consegnato da poco all'editore Voland "Amori di seconda mano", una raccolta di racconti del messicano Enrique Serna, fra i quali ce n'è uno, "Uomo con minotauro sul petto", che è stato inserito da Garcia Marquez nella sua personale antologia dei nove racconti messicani più belli del Novecento. Ora sto traducendo per La Nuova Frontiera "L'ultima carovana" dell'argentino Raul Argemi. E il terzo romanzo che traduco di questo autore, che avevo conosciuto personalmente e apprezzavo gia da prima. Poi sara la volta di un romanzo di Cesar Aira per minimum fax, dopo il "divorzio" di questo autore da Feltrinelli. Spero che il cambio gli faccia bene e che i lettori italiani imparino ad apprezzarlo, perche, benche la sua ricca produzione sia piuttosto diseguale, annovera delle vere e proprie perle, compreso "Come diventai monaca", gia pubblicato da Feltrinelli e passato un po' sotto silenzio dalla critica, immagino per pigrizia o per un certo spiazzamento. Intanto spero di trovare il tempo di fare nuove scoperte e nuove proposte editoriali



NOTE
riguardo la traduzione de "il signor presidente, dice Schenardi:
Sarebbe arduo rendere conto in poche parole, e senza ricorrere ad esempi concreti, delle difficoltà che presenta la traduzione di un'opera come El Señor Presidente. Basterà accennare alla densità e alla ricchezza stilistica e lessicale, alla compresenza di diversi registri, all'uso costante di localismi e neologismi, al ricorso agli sperimentalismi d'impronta surrealista, all'oralità popolare, alle onomatopee, ai giochi verbali, e soprattutto all'enfasi posta sull'elemento evocativo-musicale della parola, che si scontra con la tendenza quasi inconsapevole del traduttore a privilegiare la trasmissione dei significati, laddove spesso occorre invece saper cogliere il libero gioco dei significanti. A spingermi ad accettare un compito così improbo e votato in partenza allo scacco, oltre alla convinzione del valore straordinario del romanzo e all'esigenza di renderlo di nuovo accessibile ai lettori italiani, è la certezza che El Señor Presidente, come ci ricorda ironicamente Augusto Monterroso, "è riuscito a sopravvivere a ogni sorta di traduzioni, al premio Nobel, agli elogi della critica e all'entusiasmo del pubblico".
Di Enrique Serna, Raul Schenardi ha tradotto:Angeli dell'abisso, La paura degli animali, Miss Messico L' orgasmografo e proprio in questi giorni,Amori di seconda mano tutti editi da Voland
Di César Aira, ha tradotto Come diventai monaca
di Carlos Cardini si puo' leggere il racconto Prima Linea link interno tradotto da Schenardi e l'intervista link interno fatta da Schenardi all'autore argentino torna al 
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Sull'assassinio di Roque Dalton, poeta salvadoregno,
             si legga la nota di Pino Cacucci link interno torna al 
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Schenardi a proposito del rapporto della letteratura latinoamericana con il mercato italiano in un'intervista di alcuni anni fa ha affermato:
"Poi occorre precisare che i lettori leggono quello che piace (o conviene) agli editori, che molte volte è quello che piace ai geni del marketing, che prima di ogni cosa guardano alle vendite e le vendite degli scrittori latinoamericani in patria non raggiungono mai cifre interessanti, per l'ovvia ristrettezza del mercato interno. Per farla breve, i lettori europei leggono prevalentemente autori di grande successo in patria o sul mercato spagnolo, che è quasi sempre il ponte di passaggio obbligato per lo sdoganamento di autori ispanoamericani. Inoltre, ho l'impressione che l'editoria italiana abbia voluto sfruttare troppo a lungo certi filoni (in particolare il realismo magico, poi riciclato in salsa new age alla Coehlo, e il romanzo di denuncia politico-sociale), accreditando quasi l'idea che da quelle parti non si scrivesse nient'altro. Risultato: un lettore che si lascia catturare non dalla copertina o dal titolo, ma dalla nazionalità dell'autore, probabilmente si aspetta (ma non si è ancora stufato?) di leggere l'ennesima rifrittura del già risaputo, mentre per fortuna è da un pezzo che gli scrittori ispanoamericani affrontano altre tematiche con altre modalità (penso per esempio a César Aira, Mario Bellatín, Alan Pauls, fra quelli che cominciano a essere pubblicati anche da noi). Sarà interessante vedere l'accoglienza riservata dai lettori italiani a queste nuove proposte e a una certa rinascita di iniziative editoriali mirate, come la casa editrice La Nuova Frontiera o la collana Bookever degli Editori Riuniti."
Intervista a Raul Schenardi link esterno torna al 
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    I testi di Raul Schenar pubblicati   Archivio Bolaño

 •  intervista a Carlos Gardini link interno
 •  La pista di ghiaccio link interno
 •  Profilo di Roberto Bolaño link interno
 •  I detective selvaggi link interno (recensione)
 •  2666 link interno
 •  Io non ho paura della morte link interno (intervista a Bolaño del 2003)

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