domenica 23 maggio 2010

Né eroinomane né fuorilegge: Bolaño si divertiva a fingere

Ennio Caretto, Corriere della sera, 20 gennaio 2009

I critici riscrivono la biografia dello scrittore cileno scomparso nel 2003: "Non finì mai nelle carceri di Pinochet, giocava con la realtà"
Giudizio Julio Ortega su "El Pais": "Hanno ridotto la sua opera e la sua vita a uno spettacolo triviale"
Roberto Bolaño, il grande romanziere cileno deceduto nel 2003 a soli cinquanta anni per una malattia al fegato, amava alimentare saltuariamente la propria fama di scrittore maledetto. Si dichiarò, ad esempio, tossicomane fino ad attribuire la propria morte all' abuso di eroina.nota E narrò più volte di essere stato imprigionato da Pinochet dopo il golpe contro Allende, e di essere stato salvato da soldati ex compagni di scuola. Una fama ingigantita dalle case editrici e dai critici americani, secondo cui la immagine di artista "fuorilegge" contribuiva al successo dei suoi libri.
Case editrici e critici, tuttavia, vengono adesso accusati dalla vedova, dagli amici e dai colleghi di Bolaño di inganno, o almeno esagerazione: "Hanno ridotto la sua opera e la sua vita - dicono - ad uno spettacolo triviale" ha lamentato il peruviano Julio Ortega su El Pais in Spagna.

 
Lo scrittore (1953-2003), pubblicato in Italia dalla Adelphi, è un fenomeno editoriale: l' anno scorso, il suo romanzo postumo 2666 si è trasformato in un bestseller in molti Paesi e lo ha confermato come il migliore autore latino americano della sua generazione. Il suo entourage in Spagna, dove trascorse la seconda parte della vita, capeggiato da Ignacio Echevarría (l' esecutore letterario) e da Jorge Herralde (l' editore) ammette che Bolaño si divertiva a giocare con la realtà, confezionando trappole e misteri e creando false identità. Ma smentisce che soffrisse di mitomania: il suo mondo artistico - sottolinea - era ambiguo, spesso i suoi personaggi erano letterati alla ricerca della verità su scrittori scomparsi, dalla storia e dal passato oscuro.
A sostegno della tesi, nella prossima edizione del racconto Spiaggia di Bolaño, Echevarría e Herralde preciseranno che si tratta soltanto di finzione. In Spiaggia pubblicato nel 2000 da El mundo, poi inserito in un altro libro postumo, Tra parentesi, Bolaño scrisse di avere lasciato l' eroina e di essersi disintossicato in una clinica con il metadone. Uno scherzo, forse diretto ai futuri biografi, sostiene l' entourage. Stando al New York Times, che ha intervistato sia gli "assertori" che i "negatori" del mito trasgressivo di Bolaño, lo stesso scrittore, tuttavia, potrebbe avere abbellito la realtà.
Il giornale cita, in particolare, il presunto arresto dello scrittore in Cile. In quegli anni, Bolaño risiedeva in Messico. Affermò sempre di essere tornato a Santiago per appoggiare Allende ma non ne addusse mai le prove. Un suo amico, il sociologo messicano Ricardo Pascoe, ha dichiarato al New York Times che "si è trattato di un' invenzione". Pascoe si era trasferito in Cile, e al golpe di Pinochet, si era rifugiato nella ambasciata messicana per poi tornare in patria. "Negli anni successivi io e Bolaño ne parlammo di continuo, e capii che non era stato a Santiago". Per Carmen Boullosa, una poetessa che tenne una corrispondenza con lui, "Bolaño mentì perché si vergognava della propria assenza".nota Carolina Lopez, la vedova dello scrittore (da cui si era separata negli anni Novanta) e la donna che gli fu al fianco alla morte (e che ha chiesto di rimanere anonima) hanno rafforzato i dubbi, l' una smentendo che Bolaño prendesse eroina, l' altra osservando che "se fosse vivo sarebbe il primo a confessare allegramente". Dunque un caso letterario destinato a ingrandirsi ulteriormente in mezzo a polemiche sempre più roventi. Come ha commentato lo stesso New York Times, "anche i coloriti trascorsi di Roberto Bolaño potrebbero essere in fondo soltanto un romanzo". Cosa che metterà in difficoltà i suoi biografi, come forse lo scrittore si era prefissato
     Ennio Caretto, Corriere della sera, 20 gennaio 2009


NOTE
Questo articolo è un chiaro esempio di cattivo giornalismo. L'autore non ha fatto altro scopiazzare le mistificazioni che la stampa anglosassone andava costruendo, trasformando pretestuosamente - e senza aver fatto nessun riscontro - un racconto di finzione - Spiaggia, incluso in "Tra parentesi" in una confessione pubblica, come si dimostra nell'articolo Bolaño falsificato link interno
Anche questa falsa accusa montata ad arte e' stata smentita clamorosamente:
Al riguardo, lo scrittore Horacio Castellanos Moya dichiara link interno:
(a proposito di questo viaggio, che un giornalista del New York Times ha messo in dubbio, ho chiamato il mio amico cineasta Manuel "Meme" Sorto a Bayonne, Francia, dove ora vive, per chiedergli se è vero che Bolaño pernottò a casa sua in San salvador quando viaggiava verso il Cile e anche al suo ritorno - lo stesso Bolaño lo menziona in Amuleto - e questo è ciò che Meme mi ha detto: "Roberto era ancora sconvolto dallo spavento di essere stato in carcere. Si fernò nella mia casa della colonia Atlacatl, e dopo lo portai alla stazione del parco della libertà perchè prendesse l'autobus per il Guatemala")


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